promessi sposi

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fansdiLicia
00venerdì 11 gennaio 2008 19:57
I due protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani di umile condizione del XVII secolo, che progettano di sposarsi. Alla vigilia del loro matrimonio, il capriccio del potente don Rodrigo, un signorotto del luogo, manda all'aria tutto. Don Abbondio, il curato che deve celebrare il matrimonio, è minacciato dai bravi, gli sgherri di don Rodrigo, e per paura si sottrae al suo impegno.

Per un caso fortunato, Lucia sfugge al rapimento ordinato da don Rodrigo e con l'aiuto di Fra Cristoforo si rifugia a Monza, in un convento. Qui la potente suor Gertrude, alla cui protezione è affidata, la inganna, e permette che venga rapita dagli uomini di un criminale, l'Innominato, a cui si è rivolto don Rodrigo. Portata al castello dell'Innominato, Lucia riesce a commuovere l'animo di quell'uomo indurito da tante crudeltà, ma anche tormentato dai rimorsi. L'Innominato si pente e si converte alla fede davanti al cardinale Federigo Borromeo. Lucia è libera e, più avanti, viene ospitata nella casa di don Ferrante a Milano.

Nel corso di questi avvenimenti Renzo, che ha raggiunto Milano, viene coinvolto in una protesta contro la mancanza di pane e sta per essere arrestato, ma la folla lo aiuta a fuggire. Riesce poi ad arrivare a Bergamo e a trovare ospitalità e lavoro presso un cugino. Intanto agli orrori della guerra si aggiungono quelli della peste: i Lanzichenecchi, le truppe mercenarie dell'esercito imperiale (calate in Lombardia dalla Germania per dare man forte alla Spagna contro il Ducato di Savoia e la Francia), diffondono il contagio.

A causa della peste Milano perde la maggior parte dei suoi abitanti. Anche Renzo e Lucia si ammalano ma riescono a guarire. Finalmente dopo tante tragiche vicende, i due promessi sposi si incontrano nel Lazzaretto di Milano, il luogo dove vengono portati i malati di peste e dove Renzo, disperato, è andato a cercare Lucia. Con l'aiuto di frate Cristoforo riescono a superare gli ostacoli che ancora si frappongono al loro matrimonio e si sposano. Si stabiliscono in un paese del Bergamasco e la loro vita diviene "da quel punto in poi, una delle vite più tranquille, delle più felici e delle più invidiabili". Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli.

"Questo matrimonio non s'ha da fare..." [modifica]
Renzo e Azzecca-garbugli
Renzo e Azzecca-garbugli

La vicenda è ambientata in Lombardia tra il 1628 e il 1630, al tempo della dominazione spagnola, negli anni di una grande epidemia di peste.
I due protagonisti principali sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani di umile condizione che vivono in un paesino nei pressi del lago di Como (che non viene nominato e che viene identificato o con Olate o con Acquate, oggi sobborghi di Lecco) e lavorano in una filanda.
Progettano di sposarsi e già ogni cosa è pronta per il loro matrimonio quando un signorotto del luogo, il potente Don Rodrigo, scommette con il cugino che riuscirà ad impossessarsi di Lucia Mondella. Perciò il curato del paese, don Abbondio, durante la sua solita passeggiata serale, viene minacciato da due bravi di don Rodrigo, affinché non celebri il matrimonio tra lei e Renzo Tramaglino. Spaventatissimo, don Abbondio cede subito. Il giorno dopo imbastisce delle scuse a Renzo per prendere tempo e rinviare il matrimonio, approfittando della sua ignoranza.
L'incontro tra fra Cristoforo e don Rodrigo
L'incontro tra fra Cristoforo e don Rodrigo

Renzo però, parlando con Perpetua, donna che si prende cura di don Abbondio, capisce che qualcosa non quadra e costringe il curato a rivelare la verità. Si consulta così con Lucia e con la madre di lei, Agnese, e insieme decidono di chiedere consiglio a un avvocato, tale Azzecca-garbugli, che però si rivela essere in malafede. Così si rivolgono a padre Cristoforo, loro "padre spirituale", cappuccino di un convento poco distante. Fra Cristoforo decide di affrontare don Rodrigo, e si reca al suo palazzo, ma è un insuccesso: il signorotto accoglie con malumore il frate, intuendo il motivo della visita; il frate tenta di farlo recedere dal suo proposito, ma viene cacciato via in malo modo.

La notte degl'imbrogli e de' sotterfugi [modifica]

Intanto Agnese propone ai due promessi un matrimonio a sorpresa, pronunciando davanti al curato le frasi rituali alla presenza di due testimoni. Con molte riserve da parte di Lucia, il piano viene accettato, quando fra Cristoforo annuncia il fallimento del suo tentativo di convincere Don Rodrigo. Intanto don Rodrigo medita il rapimento di Lucia, e una sera dei bravi irrompono in casa sua, che però trovano deserta: Lucia, Agnese e Renzo sono a casa di don Abbondio per tentare di sorprenderlo, ma falliscono, e devono riparare al convento di fra Cristoforo, perché frattanto vengono a sapere del tentato rapimento.

L'Addio ai monti [modifica]
La fuga in un'illustrazione dell'edizione del 1840
La fuga in un'illustrazione dell'edizione del 1840

Per fuggire dal loro paesino natale Renzo, Lucia ed Agnese chiedono aiuto a fra Cristoforo il quale grazie alle sue conoscenze li fa partire la notte stessa su una piccola barchetta. Qua i pensieri di Lucia sono trascritti dal Manzoni in poche pagine, tuttavia riassumono perfettamente lo stato d'animo dei personaggi. Si ha un climax di sentimenti, la malinconia si fa sentire molto forte e il lettore sente un moto di compassione verso i personaggi. La descrizione del paesaggio è la parte, senza dubbio, più poetica del romanzo sembra quasi una poesia in prosa che rievoca la magia e la tristezza di quel favoloso paesaggio.

La fuga [modifica]

I promessi giungono al convento di padre Cristoforo dove questo espone loro i suoi progetti. Infatti ha già deciso di far fuggire Renzo e Lucia, rispettivamente a Milano e a Monza e ha già scritto due lettere, una al padre Bonaventura del convento dei cappuccini di Milano e l'altra alla monaca di Monza per fare in modo che questi ospitino i due fuggitivi. Quindi, dopo aver pregato anche per don Rodrigo, i due si incamminano per poi separarsi il giorno dopo.

I tumulti di Milano [modifica]

Renzo, a Milano, non potendo ricoverarsi nel convento indicatogli dal padre Cristoforo, dato che padre Bonaventura è in quel momento assente, rimane coinvolto nei tumulti scoppiati in quel giorno per il rincaro del pane. Renzo si fa trascinare dalla folla e pronuncia un discorso dove critica la giustizia, che stava sempre dalla parte dei potenti. È tra i suoi ascoltatori un birro in borghese, che cerca di condurlo in carcere ma Renzo, stanco, si ferma in un'osteria, dove il birro viene a conoscenza, con uno stratagemma, del suo nome. Andato via costui, Renzo si ubriaca e fa nuovi appelli alla giustizia con gli altri avventori. L'oste lo mette a letto e corre a denunciarlo. Il mattino dopo Renzo viene arrestato ma riesce a fuggire e ripara a Bergamo, nella Repubblica di Venezia, da suo cugino Bortolo, che lo ospita e gli procura un lavoro. Intanto la sua casa viene perquisita e viene fatto credere che sia uno dei capi della rivolta. Nel frattempo il conte Attilio, cugino di don Rodrigo, chiede a suo zio, membro del Consiglio Segreto, di far allontanare fra Cristoforo, cosa che il conte ottiene dal padre provinciale dei cappuccini.

L'Innominato [modifica]

Don Rodrigo chiede aiuto all'Innominato, potentissimo e sanguinario signore, che però da qualche tempo sta maturando una crisi di coscienza. Costui fa rapire Lucia da Egidio, con la complicità di Gertrude, sua amante, e Lucia viene portata al castello dell'Innominato. A seguito di una discussione con Lucia l'Innominato passa una notte orribile, piena di rimorsi, sta per uccidersi quando scopre, quasi per volere divino, che il cardinale Federigo Borromeo è in quel paese. Così il giorno dopo si presenta in Chiesa per parlare con il cardinale. Il colloquio sconvolge l'Innominato, che si impegna a cambiare vita e per prima cosa libera Lucia, che viene ospitata da signori milanesi amici del Borromeo. Intanto il cardinale rimprovera duramente don Abbondio per non aver celebrato il matrimonio. Poco dopo scendono in Italia i lanzichenecchi, mercenari tedeschi che combattono nella guerra di successione al Ducato di Mantova, che mettono a sacco il paese di Renzo e Lucia e diffondono il morbo della Peste. Molti, tra cui don Abbondio, Perpetua e Agnese, trovano rifugio nel castello dell'Innominato, che si è fatto fervido campione di carità.

La peste [modifica]

Con i lanzichenecchi entra in Italia la peste: se ne ammalano Renzo, che guarisce, e don Rodrigo, che viene tradito e derubato dal Griso, il capo dei suoi bravi - che non godrà dei frutti del suo tradimento, contagiato anch'egli dalla peste. Renzo, guarito, torna al paese per cercare Lucia, preoccupato dagli accenni fatti da lei per lettera a un suo voto di castità fatto quando era dall'Innominato, ma non la trova, e viene indirizzato a Milano, dove apprende che si trova nel lazzaretto, il luogo in cui venivano isolati gli appestati. Qui trova anche padre Cristoforo, che scioglie il voto di Lucia, e don Rodrigo morente.

La peste, una della maggiori piaghe dell'umanità, viene descritta in maniera scrupolosa e nei minimi particolari. La parte più drammatica di questa descrizione avviene nel capitolo 34, con una delle più celebri frasi della letteratura italiana:
Collabora a Wikiquote « Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato. »


In tale capitolo si parla anche di Cecilia, "di forse nov'anni", tenuta dalla madre.

Conclusione [modifica]

Infine i due promessi tornano al paese, si sposano e si trasferiscono nel Bergamasco. Hanno una figlia che chiamano Maria, come segno di gratitudine alla Madonna.
Fine della trama.
=Shark Attack=
00venerdì 11 gennaio 2008 20:10
come sei bravo.. ctrl c + ctrl v, eh? XDD
fansdiLicia
00venerdì 11 gennaio 2008 20:15
certo XD
commenti?
io trovo la storia davvero bella, ma lo stile di scrittura esageratamente esagerato

zara90
00venerdì 11 gennaio 2008 20:56
io trovo la storia molto sdolcinata e lo stile di scrittura pallosamente palloso XDD

potevi almeno togliere il "modifica" no?!?

io quando copio una ricerca da wiki lo faccio sempre [SM=g1343691]
fansdiLicia
00venerdì 11 gennaio 2008 21:36
uff, nn mi andava XD
Ageron
00sabato 12 gennaio 2008 16:08
scansafatiche XD

cmq io trovo che sarebbe anche bello, ma a scuola lo fanno diventare una balla assurda!!
Stefyx93
00sabato 12 gennaio 2008 16:16
noi siamo indietrissimo, siamo sempre al primo capitolo, e già so che lo odierò per i due anni che lo "studierò"
Kylia92
00sabato 12 gennaio 2008 19:00
... a scuola io sono al 10 capitolo.. (quello della Monaca), e.. non è che lo trovi proprio schifoso.. anzi.. ci sono delle parti quasi piacevoli e dei personaggi interessanti.. ma fatto a scuola è una cosa insopportabile.. per me uno che lo vuole apprezzare veramente deve leggerselo in santa pace.. senza il problema che il giorno dopo qualcuno lo potrebbe interrogare
Ageron
00sabato 12 gennaio 2008 19:06
esatto, quello che volevo dire.

certo che però siete lenti! io sono al capitolo 29!! ^_^'
fansdiLicia
00sabato 12 gennaio 2008 19:14
Re:
Kylia92, 12/01/2008 19.00:

... a scuola io sono al 10 capitolo.. (quello della Monaca), e.. non è che lo trovi proprio schifoso.. anzi.. ci sono delle parti quasi piacevoli e dei personaggi interessanti.. ma fatto a scuola è una cosa insopportabile.. per me uno che lo vuole apprezzare veramente deve leggerselo in santa pace.. senza il problema che il giorno dopo qualcuno lo potrebbe interrogare




kylia, aspetta di arrivare al 27-28-29 capitolo, quando in pratica è tutta storia...è una palla gigantesca [SM=g1343683] .
io sto al 29
Kylia92
00domenica 13 gennaio 2008 15:08
Re:
Ageron, 12/01/2008 19.06:

esatto, quello che volevo dire.

certo che però siete lenti! io sono al capitolo 29!! ^_^'




[SM=g1396966] Lo so bne.. la mia prof è lenta in tutto.. pensa che una volta abbiamo fatto un tema e ce l'ha riportato verso fine scuola!(circa 4 mesi dopo)
Kylia92
00domenica 13 gennaio 2008 15:08
Re: Re:
fansdiLicia, 12/01/2008 19.14:




kylia, aspetta di arrivare al 27-28-29 capitolo, quando in pratica è tutta storia...è una palla gigantesca [SM=g1343683] .
io sto al 29




o beh, allora devo proprio spararmi un colpo.. così non se ne parla più [SM=g1399265]
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