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l'anatomia del drago!

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2008 17:11
15/02/2008 17:38
 
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Anatomia del drago: Se esistesse davvero, come sarebbe un drago? Innanzitutto, sarebbe la più grande creatura volante. Ma a quale specie apparterrebbe? Vivendo a tutte le latitudini, dovrebbe essere un animale a sangue caldo: non un rettile, ma neanche un mammifero (il drago nasce da un uovo e non allatta ). E neanche un uccello (ha le scaglie e quattro zampe). Potrebbe essere un animale primitivo evolutosi dai dinosauri e capace di vivere fino a mille anni, somiglia più a un rettile. In ogni caso, si racconta che ne esistono diverse specie, alcune con il potere di cambiare colore della pelle come camaleonti.

E’ presente nei racconti di tutti i popoli,dagli Ebrei ai Cinesi, fino ai maya. Rappresentava il mondo dell’ aldilà e la conoscenza dei misteri. Solo fantasia? No: secondo molti studiosi, è un ricordo ancestrale dei dinosauri. E perfino il serpente di Adamo ed Eva era in realtà questo mostro.

Il volo:
Tutti i draghi, tranne quelli " orientali, hanno le ali. L'ossatura dell'ala è costituita dall'arto superiore, da un pollice uncinato e da quattro dita molto lunghe, che terminano con un artiglio: tutte interconnesse da una membrana. In genere, le ali sono più grandi dell'intero corpo, per sviluppare l'incredibile forza necessaria a sollevarlo.

La coda: È forte come una spada: ha la funzione di bilanciere nel volo. All'occasione il drago la usa per difendersi.

Dimensioni: Si narra di draghi enormi (lunghi fino a 30 metri con un'apertura alare di 50 metri), ma questi dati non sono verosimili. Una creatura così grande avrebbe serie difficoltà a volare: le ali dovrebbero essere lunghe 200 metri per sollevare una tale mole, persino se le ossa fossero cave come quelle degli uccelli. I draghi più piccoli (lunghi da pochi centimetri a un metro) sono chiamati basilischi: il loro fiato è immaginato terribilmente . distruttivo e lo sguardo tale da uccidere.

Tasta e denti: La testa, dalla tipica forma allungata, è sormontata da una o più corna. La mascella è larga, circondata da potenti muscoli, mobile come quella di alcuni serpenti per inghiottire anche i bocconi più grandi. Il drago è onnivoro (mangia carne e piante), per questo ha due tipi di denti: carlini e incisivi lunghi, ma anche robusti molari per masticare.

Fuoco o ghiaccio:
La sua arma più potente è la fiamma che lancia dalla bocca. Da dove viene il fuoco? Secondo alcuni il drago incamera metano generato nella digestione (come le mucche), che, arricchito di fosforo, s'infiamma al contatto con l'aria o con i denti, che causerebbero una scintilla come le pietre focaie. Per altri il gas è l'idrogeno. Non tutti i draghi sputano fuoco, alcuni soffiano un respiro ghiacciato e altri un acido micidiale.

Aspetto: Può essere di tutti i colori, ma predominano il blu, il rosso, il dorato e il verde. Le sfumature sono dovute alla diversa concentrazione di minerali. La tenera pelle è protetta da robuste scaglie di cheratina, una proteina fibrosa che si trova anche nelle nostre unghie.

Alle radici del mito: in turco si chiama ejder. In sloveno si scrive zmaj. E in giapponese si pronuncia ryu. È il drago. Le leggende legate a quello che si può considerare l'animale mostruoso per eccellenza sono infatti, al contrario di quelle di altri mostri, presenti a tutte le latitudini e in tutte le culture: racconti epici e testi sacri, aztechi ed egizi, greci e cinesi, vichinghi ed eschimesi, hanno narrato di eroiche battaglie, nei mari e nei cieli, in grotte e palazzi, contro creature serpiformi. In fondo, se ci si pensa bene, la storia culturale dell'Occidente nasce proprio con un drago. Nella Genesi è un inquietante serpente a suggerire a Eva di assaggiare la mela proibita: questo morso fa conoscere all' umanità la differenza tra il bene e il male. Nel mondo antico, infatti, non c'era una vera e propria differenza tra il drago e il serpente. Sono animali indistinti che mito e fantasia deformano a piacimento. La parola drago viene dal greco drakon, serpente, animale ora enorme, che va combattuto con arco e frecce, ora piccolo e insinuante che si nasconde a tradimento nell'erba. Il serpente è un animale che vive a stretto contatto col terreno e sembra nascere dalle cavità stesse della terra: a contatto quindi col mondo dei morti e, soprattutto, capace in molti casi di dare la morte col suo veleno. Non solo, muta la sua pelle e sembra così rinascere di continuo dal suo stesso cadavere. Non a caso in molte culture diventa il simbolo ideale per rappresentare la vicinanza tra il mondo dei vivi e quello dei morti e la possibilità del passaggio dall'uno all'altro. Spesso le prove di coraggio che accompagnano i riti d'iniziazione prevedono proprio il contatto col serpente che nel mito si trasfigura nello scontro eroico contro un terribile mostro. Ecco allora nel mito greco lo scontro tra Apollo e Pito, il drago-serpente guardiano, che il dio, come in un percorso iniziatico, deve uccidere col suo arco per dimostrare la propria superiorità. Apollo afferma le sue doti di guerriero e cacciatore, ma, al tempo stesso, dall'uccisione del drago assume uno speciale potere magico e divinatorio che viene a costituire il segreto del santuario di Delfi. E nella Bibbia non solo nella Genesi viene citato il drago, che spesso è l'avversario per eccellenza, incarnazione del mondo infero, del diavolo e dell'eresia. Come Apollo, anche Daniele affronta il drago per affermare il proprio potere e la superiorità della nuova fede: «Vi era un gran drago e i Babilonesi lo veneravano. Il re disse a Daniele: "Non potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo, dunque". Daniele rispose: "Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il Dio vivente; se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza bastone, ucciderò il drago". Soggiunse il re: "Te lo permetto". Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi ne preparò focacce e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; quindi soggiunse: "Ecco che cosa adoravate!"».(Dal libro di Daniele, capitolo 14, 23-27).

«Nella cultura occidentale», il drago rappresenta il male, si lega a un mondo oscuro e malvagio: i modelli di riferimento sono certamente la tradizione biblica, in cui il drago è spesso presente come figura in stretta relazione con la dimensione infernale. Il drago è sempre qualcosa da vincere: per esempio il cavaliere senza macchia che libera la fanciulla imprigionata, o il santo che uccide il drago-diavolo». Ecco perché quasi sicuramente il drago sputa fuoco, l'elemento che caratterizza il regno di Satana. Inoltre il drago nel mondo antico è considerato un animale sapiente in grado di trasmettere conoscenze. Il mostro della Genesi insegna a Eva a distinguere il Bene dal Male. Il drago di Delfi investe Apollo di nuovi poteri divinatori. Il mitico indovino Melampo ricevette il dono sciamanico di poter comprendere il linguaggio degli animali grazie a un serpente che gli lambì le orecchie. lamo, capostipite di una dinastia di celebri indovini, venne nutrito, neonato, da serpenti. Sono varianti del modulo mitico dello scontro col drago: l'individuo predestinato a un futuro speciale sopravvive all'incontro col mostro. Anche Ercole, neonato, strangolò un serpente che si insinuò nella sua culla. I serpenti erano talmente importanti nelle pratiche rituali che in alcuni templi venivano addirittura allevati. Fu così che, con la cultura cristiana, draghi e serpenti divennero il simbolo della vecchia religione pagana, incarnazione di credenze magiche primitive che anda­vano debellate. Ma, curiosamente, anche il nuovo simbolismo finì per utilizzare le stesse strutture mitiche della cultura precedente. Ecco allora che i miti si intrecciano. San Giorgio a cavallo colpisce con la sua lancia il drago, simbolo dell'eresia, proprio come Apollo uccide il serpente Pito, simbolo di un culto più antico da sottomettere.

Un'idea diametralmente opposta dei draghi l'hanno gli orientali e in particolare i cinesi. In Cina, poiché si riteneva che il drago fosse una creatura d'acqua che abitava le profondità dei fiumi e dei mari, rappresentava le nubi, il tuono, la pioggia ed è per questo che i contadini lo hanno sempre adorato. Tanto da influenzare anche gli imperatori che vedendo il drago come "signore del tempo" lo hanno scelto a proprio simbolo. Insomma, senza troppe forzature si può dire che i draghi siano sempre stati con noi, fin dalla not­te dei tempi. Ma cosa ha spinto l'essere umano a creare il mito del drago? «Potremmo provare a dare una spiegazione scientifica», la disciplina che ha lo scopo di scoprire e catalogare tutte le specie animali che non hanno ancora trovato una collocazione all'interno della tassonomia ufficiale. «I grandi cronisti della storia, trovandosi di fronte a un animale che non avevano mai visto prima, possono aver pensato a una bestia fantastica o mostruosa. Probabilmente è quello che è successo quando in Europa cominciarono a essere importati i primi coccodrilli». Basti pensare, poi, a come veniva descritto il prometeo, anfibio che vive esclusivamente nelle acque sotterranee del Carso: si pensava fosse un "cucciolo di drago", e così viene chiamato ancora oggi. Solamente nel 1768 il naturalista Laurenti lo indica come animale appartenente alla fauna cavernicola. Qualcuno, ancora, potrebbe scambiare per un piccolo drago la lucertola Pogona vitticeps, detta "drago barbuto", o il famoso drago di Komodo. Il suo vero nome è Varanus komodoensis ed è il più grosso dei varani conosciuti, una sorta di lucertolone che raggiunge i quattro metri e vive solo in alcune sperdute isole dell'arcipelago della Sonda (Indonesia). Fu a lungo considerato una leggenda frutto di credenze popolari, fino a quando una spedizione scientifica americana, sbarcata a Komodo nel 1913, non lo classificò tra le specie realmente esistenti. Creatura schiva, ma combattiva, il drago di Komodo aggredisce con ferocia i suoi simili, si ciba di maiali selvatici, uova di testuggine e piccoli vertebrati della foresta, non disdegnando però i più grossi mammiferi, tra cui, all'occorrenza, anche l'essere umano. Oggi, poverino, è ridotto a sfuggire i turisti voraci di belle fotografie. Chissà, forse un tempo animali simili vivevano anche in altre parti del mondo e possono aver dato origine a miti e leggende. Un altro animale che può avere indotto molti a pensare di aver visto un draghetto è il Phyllopteryx eques, il cosiddetto drago di mare. Lungo poco meno di 50 centimetri, è un bizzarro pesce, della stessa famiglia dei cavallucci marini, coperto di appendici a forma di foglia per meglio mimetizzarsi tra le alghe, diffuso lungo le coste d'Australia e Tasmania. Ma molti altri esempi potrebbero essere fatti per dimostrare come molte persone in passato siano state convinte di aver avvistato un drago. È il caso del medico e naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) che nelle sue "Serpentum et draconum historiae" racconta del ritrovamento, nel 1572, di un draghetto nelle campagne bolognesi. E nel 1689 lo storico sloveno Valvasor, convinto di aver visto un drago, lo descrive come un animale «lungo appena una spanna e aveva l'aspetto di una lucertola». Nel 1723, addirittura, in alcune guide si sconsigliava di attraversare alcuni passi nelle Alpi svizzere per il pericolo di incontrare draghi. Tutti casi in cui, probabilmente, chi credeva di aver di fronte un drago aveva solamente visto una grossa lucertola o un anfibio mai osservato prima. Il mito dei draghi è legato anche a un altro fattore: il ritrovamento di fossili di dinosauro che hanno scatenato le ricostruzioni più fantasiose. «In molte chiese italiane», «vi sono tuttora appesi resti di dinosauri probabilmente vissuti nel Quaternario ma che si credevano appartenere a draghi». Giulio Guidorizzi, noto studioso di mitologia e di folclore, nonché appassionato cultore di dinosauri, non solo non appare stupito, ma ci dice qualcosa di più. «Che cosa sono i draghi se non dinosauri?». In effetti i draghi nell'immaginario folcloristico non sono molto diversi dai rettili primitivi. «Certo è singolare», prosegue Guidorizzi, «che i draghi un po' in tutte le culture abbiano sempre delle caratteristiche che ricordano i dinosauri: sono verdi, squamati, feroci, spesso cannibali. Non solo. Vengono sempre rappresentati come abitatori di luoghi marginali: foreste, caverne, paludi». Una studiosa statunitense di folclore, Adrienne Mayor, nel suo libro "The first fossil hunters: paleontology in Greek and Roman times" (Princeton University Press) ha mostrato come molte di queste creature siano riconducibili a scoperte di fossili preistorici. Fossili di mammiferi estinti risalenti al Pleistocene o al Cretaceo, spiega la Mayor, sarebbero alla base delle credenze asiatiche sui draghi. La Mayor, per esempio, ricollega il mito del grifone, animale simbolo del l'antica cultura scitica, con l'attività nelle miniere d'oro: gli scavatori, lavorando sulle pendici dei monti Aitai, avrebbero scoperto i resti di protoceratopi e altri dinosauri, traendone poi il mito del grifone guardiano delle miniere. In realtà non è una teoria nuova: già nel 1914 un paleontologo e paleobiologo austriaco, Othenio Abel, suggerì che i terribili Ciclopi dell'Odissea, mostri con un solo occhio, fossero l'incarnazione di fantasie nate dall'osservazione dei teschi di elefanti nani preistorici. L'incomprensibile buco della cavità proboscidale divenne l'inquietante prova di un solo grande occhio in mezzo alla fronte. Il Museo Archeologico di Siracusa custodisce gli scheletri di due di questi animali, ritrovati sulle montagne del retroterra siracusano, in un'area non distante da quella in cui la mitologia classica collocava i Ciclopi. Non si tratta solo di paure dell'antichità. È celebre il caso della città di Klagenfurt dove alla fine del '500 fu scolpita una testa di drago che riproduceva un reperto portato alla luce più di due secoli prima e interpretato appunto come un drago fino a quando non è stato più saggiamente identificato con un rinoceronte dell'età glaciale. «Anche se tra reperti fossili e credenze di mostri, come per esempio i draghi, c'è una chiara relazione», prosegue Guidorizzi, «credo che la questione sia più complicata. Il mito è mito e, prima di tutto, poggia sul l'immaginario». Che cosa vuol dire? «Il fatto che i draghi assomiglino ai dinosauri non può essere un caso. È difficile dare una spiegazione convincente, ma potremmo pensare a un deposito della memoria collettiva; una sorta di ricordo inconscio. Un'immagine sedimentata, sepolta da qualche parte nella nostra mente, che si è tramandata nei secoli per via genetica dai primi mammiferi all'uomo». Anche l'archeologa Luciana Jacobelli si è occupata di fossili e mostri: «Gli antichi andavano pazzi per i ritrovamenti di scheletri e ossa. Lo storico romano Svetonio racconta dello scalpore che fece una scoperta nelle acque di Capri. Un pescatore trovò delle ossa smisurate che furono subito soprannominate "ossa dei Giganti". Oggi sappiamo che in età preistorica l'isola era abitata da orsi e probabilmente le ossa ritrovate erano resti di quegli animali. I fossili hanno lasciato tracce curiose nella cultura antica. Draghi ed eroi erano esseri eccezionali vissuti in un lontano passato e, in un certo senso, venivano messi sullo stesso piano: le ossa di animali preistorici potevano essere attribuite agli uni o agli altri».

Sembra quindi che il drago sia veramente un animale di fantasia legato solo a delle suggestioni popolari. [SM=x1485592] «È impossibile che sulla faccia della Terra sia esistito un animale lungo 50 metri con le ali. Sarebbe contro tutte le leggi della fisica: si sarebbe spezzato subito». Eppure c'è chi, un po' per gioco, un po' forse perché ci crede veramente, ha dato una giustificazione "scientifica" a tutte le caratteristiche del drago. È lo scrittore statunitense Peter Dickinson che ai draghi ha dedicato un libro nel 1979: "Thè Flight of Dragons". Dickinson sostiene che il drago usi le ali solo per "direzionare" il proprio volo. Per sollevare una mole come quella del drago, infatti, servirebbero ali lunghe 200 metri l'una. Allora come fa a sollevarsi? Lo scrittore americano è convinto che l'animale prenda quota come un dirigibile, gonfiando il proprio stomaco a seguito di una reazione chimica che libera nel suo corpo idrogeno, un gas più leggero dell'ossigeno. E c'è una spiegazione pseudo-scientifica anche per l'emissione di fuoco dalla bocca: l'idrogeno esalato, incontrando i denti che agirebbero come pietre focaie, darebbe origine alle fiammate.
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15/02/2008 20:31
 
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interessante [SM=g10322] soprattutto la parte di Dickinson [SM=g1343685]
17/02/2008 11:37
 
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L'avevo già fatta una discussione sull'anatomia del drago, ma solo sull'anatomia, brava bel lavoro!

(cmq, non per mettere il dito nella piaga, ma IO L'AVEVO DETTOO!!! I DRAGHI NON SONO ESISTITI!!!! ah quanto godooo!!! MUHAHAHAHhahahahahah!!)
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17/02/2008 19:59
 
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peccato non ci sia simo, così non potete fare a botte XDXD
18/02/2008 17:52
 
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già, ci ho pensato anchio quando ho scritto il post...

è l'unica mia tristezza....

( cmq, tanto per cambiare, MUHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHahhahahahahha [SM=x1485597] [SM=x1349877] )
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18/02/2008 20:52
 
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[SM=g1390755]
20/02/2008 16:27
 
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Re:
Ageron, 17/02/2008 11.37:


(cmq, non per mettere il dito nella piaga, ma IO L'AVEVO DETTOO!!! I DRAGHI NON SONO ESISTITI!!!! ah quanto godooo!!! MUHAHAHAHhahahahahah!!)




non è una cosa carina [SM=x1485592]
21/02/2008 15:36
 
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suuuu, non piangere

è solo che dopo tutte le discussione che sono finite in conflitto per questo si arriva alla conclusione che ho ragione io!!

quindi almeno un po' di soddisfazione me la voglio prendere! =DD
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21/02/2008 15:55
 
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e secondo me fai proprio bene! =DDD
21/02/2008 16:09
 
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OOOOOOOOOOOooooooooooooo !! qualcuno che mi capisce!!! [SM=g1390753] [SM=g1343704]
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21/02/2008 16:16
 
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[SM=g10218] [SM=g1343704] [SM=g1343704]
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Drago Saggio
24/02/2008 20:56
 
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XD vabbè.. magari hai ragione.. però io continuerò a sognare i bestioni alati che solcano il cielo per sempre XD
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Grande Dragone Dorato
25/02/2008 14:55
 
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quello anche io! =D
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Draghessa Giovane Guardiana
25/02/2008 17:31
 
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bhè, nn vuol dire... io x esempio amo da morire i draghi, li adoro proprio, sono x me la mia vita.. ma sn realistica e dò ragione ad ageron: i draghi x me non sono mai esistiti, xò cmq continuo a sognarli e a scrivere storie su di loro. quindi secondo me non è necessario credere che siano esistiti per "credere" in loro.. [SM=g1343685]
25/02/2008 17:47
 
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uh [SM=g10744]

filosofica la ragazza XD [SM=g6438]
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Post: 1.216
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Draghessa Giovane Guardiana
25/02/2008 18:24
 
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eheh... ohhhh grazzzie! [SM=x1394615] [SM=x1485598]
25/02/2008 18:59
 
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in questi giorni ricevo complimenti e mi danno tutti ragione...

meglio che vi calmate o mi monto la testa addirittura più di adesso!! XDXD

cmq io aspetto ancora Simo, qualcuno sa dov'è???
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Drago Anziano
Grande Dragone Dorato
25/02/2008 20:45
 
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io sono d'accordissimo con ale e kyrha (che è mooolto filosofica =D)
per quanto riguarda simo boh...ha fatto un puff un'altra volta! XD
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Post: 1.216
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Draghessa Giovane Guardiana
25/02/2008 21:57
 
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k bello (riferito a zara e a ste!) mi dicono tutti k sn moooolto filosofica!!!! lo devo prendere come un complimento vero?!?! XDXD [SM=g10654]
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Drago Anziano
Grande Dragone Dorato
26/02/2008 12:54
 
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certoo! =D
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