00 17/10/2007 20:43
La vallata era illuminata da piccoli barlumi che si facevano spazio tra le cavità dei nuvoloni. Questi minacciavano l'avvenire di un temporale, che per ora era preceduto da una delicata acquarugiola. Il sublime panarorama che si estendeva oltre la collina era caratterizzato da un fiorire di innumerevoli vegetazioni, che si estendevano come macchie cromate su una soffice stoffa ondulata. Mentre attraversavano le vie poco praticate dei sottoboschi, ogni tanto intravedevano delle fattorie, tutte recitante e con grossi terramani di concime sparsi ovunque. Vari terraioli svolazzavano da un campo all'altro e l'aria era intrisa di mosche e moscherini.
Vecchi e brutti signori, muniti soltato di rozzi abiti e di un rastrello, si accostavano a Sushel, comunicandole all'orecchio lascivi commenti di dubbia moralità, ma appena si faceva strada il marito, Daimon, si ritiravano a lavorare ai campi. Ogni tanto facevano camminare la bambina, ma quando questa mostrava segni di stanchezza, subito Diamon la prendeva in braccio.
Chissà come mai erano così affezzionati a lei?
Quando Sushel ricordava l'orrendo sigillo al quale era stata maledetta, l'ira la scuoteva e si segnava anche di rammarico verso il marito. Non poteva avere figli, per via del sigillo e quando guardava la bambina...
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