Nero come inchiostro

La vacanza si era presentata fin dall'inizio come noiosa e monotona, per dire poco. Il mare, sotto di me, respirava lento e regolare, come un'immensa creatura sul punto di addormentarsi. Anch'io ero sul punto di addormentarmi, distesa sul letto di una camera d'albergo, di fianco a quella dei miei genitori. Repressi una smorfia. Già li sentivo litigare, mia madre urlava parole incomprensibili e mio padre che le rispondeva a tono, quasi minaccioso. Sbuffai. Quei due non facevano altro che litigare, entro poco, ne ero certa, si sarebbero separati. Ne soffrivo parecchio. Mi alzai. A differenza del mare, a me il sonno era completamente passato. Uscii sul grande terrazzo di cui godeva la mia camera. Mi sedetti su una sdraio e guardai il mare, la spiaggia, gli edifici che quasi arrivavano all'acqua.
Poi alzai lo sguardo, e lo vidi. Era immenso, un corpo sinuoso che si confondeva nella notte, si nascondeva tra le nuvole. Ma era talmente grande che era impossibile non vederlo. La lunga coda ondeggiava qua e là mentre volteggiava nel cielo, si nascondeva nell'ombra e poi ricompariva, con le ali che battevano incessantemente, seguendo involontariamente lo sciabordio delle onde che s'infrangevano tra gli scogli.
Spaventata, mi alzai ed arretrai di qualche passo, per sbattere contro il muro; lo tastavo veloce alla ricerca della porta-finestra.
L'essere si avvicinò, volò vicinissimo a me, senza però vedermi immediatamente; si bloccò di colpo e mi guardò, sfoggiando un paio di enormi, impenetrabili, occhi rosso sangue, dalla pupilla verticale. Si posarono su di me, e mi sembrò di essere vicinissima ad un fuoco acceso, che emanava un calore quasi insopportabile. Sudavo copiosamente. Quasi non respirai, quando parlò.
"Tu chi sei?", chiese curioso l'essere. Aveva una voce calda, profonda, gentile. Deglutii. avevo la gola secca. "E tu?", ribattei cercando di non far trasparire la paura dalla mia voce, "Cosa sei?".
Rise piano, prima di rispondere: "Io sono un drago.".
Un drago nero come inchiostro.

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