Le origini vere e proprie del mito del grifone, come spesso accade, sono difficili da collocare. Un po’ in tutte le prime, grandi civiltà troviamo qualcosa che gli somiglia. Ci sono ritrovamenti archeologici fatti risalire agli Elamiti, la più antica popolazione Iraniana, che ritraggono animali simili al grifone, sempre con accezione positiva, di solito facenti la funzioni di guardiani. Stiamo parlando di una cultura vecchia di qualcosa come ventisette secoli. Pare che quella dell’animale con la testa d’aquila e il corpo da leone fosse una forma allora molto popolare fra le divinità sempre rimanendo nell’area mediorientale, la letteratura persiana ci parla in particolare di un dio, Homa (o Huma), il Guardiano della Luce, che ha proprio la forma del nostro pennuto-felino. In particolare una famosissima scultura presso le rovine di Persepoli, in Iran, lo rappresenta. Siamo fra il VI e il IV secolo a.C.
La prima rappresentazione di qualcosa di simile al grifone viene proprio dall’Iran, dalle rovine della città di Susa. È databile intorno al 3500 a.C., nientemeno. Il disegno in questa pagina lo riproduce.
Anche nell’antico Egitto non mancavano tante divinità simili al grifone. Anche se a voler essere fiscali non potrebbero proprio essere associate al nostro regale animale, perché la parte pennuta della bestia è sempre occupata dal falco. D’altronde non è che dalle parti del Nilo ci sia grande abbondanza di aquile. Citiamo Sefert (guardiano delle membra di Osiride) e Axex.
Nella Civiltà Minoica dell’antica Creta troviamo il grifone in molti reperti, specie su amuleti e monili, dove il mitico animale compare in accezione positiva, come protettore o simbolo minore (da quelle parte andavano di moda i tori: rubriche/6153/) del potere regale. Non mancano colorate raffigurazioni nel Palazzo di Cnosso.