San Giorgio e la lotta col drago è senz’alto una delle leggende più rappresentative della visione medievale di questi mostri.
Simbolo della lotta del Bene contro il Male, la storia di San Giorgio riesce in qualche modo a incarnare gli ideali di coraggio della cavalleria, cosa che gli garantisce grande diffusione almeno fino al tempo della Letteratura Cortese, ma è anche ricca di componenti gotiche e mostruose, così da permettergli di essere riscoperta durante il Romanticismo. Non per niente San Giorgio è uno dei santi più venerati in tutto il mondo, e uno di quelli a cui sono state dedicate più chiese; senza contare le infinite opere artistiche.
Sulla figura storica del santo c’è poco da dire, dato che non si è nemmeno sicuri della sua esistenza. Qualcosa ci viene dal famoso Passio Giorgii, un documento agiografico del III secolo che lo vorrebbe originario della Cappadocia.
Molto più interessante è invece la componente folkloristica, la Leggenda Aurea.
L’origine della leggenda si fa risalire a qual marasma storico che furono le Crociate dell’XI e XII secolo, quando chiaramente il fascino del drago sconfitto finì per ispirare tanti uomini d’arme, più o meno autenticamente mossi da Fede Cristiana.
Fatto sta che ebbe fin da subito enorme diffusione e successo, in Europa come in Egitto e Oriente.
In Italia San Giorgio è ancora oggi venerato a Roma, Bologna, Milano, Genova e Gubbio. È patrono della città di Barcellona, del Portogallo e d’Inghilterra; in Germania si crede abbia reso taumaturgiche le acque di alcuni luoghi sacri. La Georgia negli States porta il suo nome. Gli sono intitolati un’infinità di ordini cavallereschi. Il più famoso, l’Ordine della Giarrettiera è in realtà, appunto, l’Ordine di San Giorgio.
Ma vediamo qual è la sua storia.
Innanzi tutto il nostro San Giorgio è sempre visto come un eroico cavaliere in armatura, e come tale viene rappresentato.
Tutto comincia nella città di Selem, in Libia, dove sotto un lago viveva un malvagio drago. Il mostro chiedeva agli abitanti della città due pecore al giorno, pena morte e distruzione tramite alito incendiario. Finite le pecore, i poveracci dovettero cominciare a sorteggiare gli esseri umani.
Capitò che fu estratta la figlia del Re. La popolazione non ne volle sapere delle scuse e delle offerte del sovrano, e mandò la giovane dal mostro.
Come capita solo nelle leggende, un giovane cavaliere di nome Giorgio passava giusto da quelle parti. Mentre la giovane era lì sul bordo del lago ad attendere la morte, il drago uscì più terribile che mai per consumare il proprio pasto. Da buon eroe, Giorgio trafisse il mostro con la lancia. Però la bestia non morì, e il cavaliere ebbe la brillante idea di chiedere alla giovane di legare la cintura al collo del drago, per poi portare il cuccioletto un tantino cresciuto in città, come se fosse un cane da passeggio.
Tutti fuggirono atterriti, ma Giorgio era fermo nei suoi intenti. Se gli abitanti si fossero convertiti alla fede in Cristo, egli li avrebbe battezzati e grazie alla forza datagli da Dio avrebbe ucciso il mostro. E così fece.
povero draghetto... non aveva fatto (quasi) niente di male... perchè i draghi devono sempre essere visti come gli antagonisti??