l'unicorno

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zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:47
La leggenda dell’unicorno è antica tanto quanto l’uomo. La cosa può sembrare strana, visto che non si tratta della versione fantastica di tutto un genere animale, come può essere il basilisco per i serpenti o la fenice per gli uccelli. L’unicorno ha avuto molte forme e molte rappresentazioni, anche se mantiene sempre il corno e le caratteristiche di quadrupede. Ma allora quale può essere l’origine del suo mito? Proviamo a cercare qualche spiegazione.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:48
gli antichi unicorni
Quando il primo ominide fece la sua comparsa nella Rift Valley dell’Africa Orientale, i progenitori della nostra specie erano ancora un pasto succulento per i predatori e già esistevano un bel gruppo di specie animali con le corna. D’altronde la storia delle escrescenze ossee usate come arma di difesa o paramento per attirare le femmine è antica almeno quanto la storia dei vertebrati.

Se la bella compagna di classe vi dà la stessa considerazione che riserva al cancellino o la segretaria del capo continua a chiamarvi col nome sbagliato, incollarsi in testa un palco di corna non servirà a migliorare la vostra situazione, ve lo diciamo subito. La cosa, per noi ominidi, è valida fin dai tempi dell’Autralopithecus Afarensis, più di tre milioni e mezzo di anni fa.

Ma fatto sta che coi quadrupedi cornuti la nostra specie ha avuto a che fare fin dai suoi albori; tipo il rinoceronte lanoso (coelodonta antiquitatis), un bestione alto più di due metri che convisse coi nostri antenati e i cugini Neanderthal fino a diecimila anni fa, fra le nevi della glaciazione. Niente di strano, quindi, se animali fantastici con le corna appaiono anche nei testi più antichi.

Che poi si dia particolare rilevanza a magici esseri con un corno solo è un fatto che trova radici nella psicologia umana. Il corno, magari cavo all’interno, è una sorta di doppia rappresentazione del fallo maschile e del sesso femminile, la punta che penetra e ferisce e la coppa generatrice. Lo psicologo Carl Gustav Jung (1875-1961) definisce l’unicorno monstrum hermaphroditum, una rappresentazione simbolica della congiunzione dei due sessi. Il concetto è un po’ il cardine del best seller letterario Il Codice da Vinci di Dan Brown, di recente diventato un film con Tom Hanks (Big) per la regia di Ron Howard (Apollo 13).
Unicorno è il nome sotto cui noi occidentali facciamo ricadere tutte queste creature.

Testimonianze artistiche dell’animale le troviamo in tutta una serie dei pitture rupestri, dove non sempre, come spesso si crede, venivano rappresentati solo animali reali ma anche, con la nascita delle prime forme di religione, creature fantastiche.

Fra tutte va citata la caverna di Lascaux, nella vallata del fiume Vézère in Dordogna, in Francia. Qui, più o meno sedici secoli prima della nascita di Cristo, ignoti artisti hanno dipinto fra gli altri un animale simile a un cavallo pezzato, con due corna che gli spuntano dal capo. I paleoantropologi lo hanno chiamato l’Unicorno di Lascaux, e gli attribuiscono particolare importanza proprio perché sembra rappresentare un essere nato dalla fantasia dell’autore; ipotesi rafforzata dal fatto che la testa della creatura pare, per volere o per caso, quella di un uomo barbuto.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:50
miti asiatici
Le prime testimonianze scritte arrivano dall’Asia, India e Cina in particolare.
Fra le opere più antiche che menzionano un animale magico cornuto, dotato di proprietà taumaturgiche, c’è l'Atharva Veda (Libro degli incantesimi), il quarto libro sapienziale della cultura indiana, probabilmente scritto in sanscrito dagli Ariani (antica popolazione scesa in India dall’Himalaya) fra il XV e il XI secolo a.C.

Ne ritroviamo una testimonianza anche nel Mahābarāta, poema epico della mitologia induista scritto nell’arco di sette-otto secoli a partire dal 300 a.C., nonché, con le sue centodiecimila strofe, la più grande opera letteraria mai scritta dall’uomo; qui l’unicorno fa il suo incontro con una fanciulla, una principessa, e comincia un rapporto letterario col genere femminile che troverà grande fortuna in Europa.

Il nostro amato animaletto ha parecchio seguito anche un po’ più a nord, nelle antiche leggende cinesi.
I quattro animali sacri protettori della Cina sono Gui Xian, la tartaruga signore del Nord, Long, il drago dell’Est, Feng, la fenice che guarda a Sud e Ki-Lin, l’unicorno dell’Ovest, in alcune versioni del mito sostituito dalla tigre Bai Hu.

Dall’etimologia stessa del nome, K’i maschio e Lin femmina, Ki-Lin riassume l’essenza maschile e femminile, ed è la personificazione di tutto ciò che è buono, puro e pacifico. Vive in Paradiso e visita il mondo ogni volta che nasce un uomo saggio. Può assumere sembianze umane ogni mille anni, almeno in alcune versioni della leggenda, e ha il corpo di un cervo, la coda di un bue, gli zoccoli di un cavallo e il corpo coperto da scaglie di pesce.
Ci sono anche l’abath in Malesia, il camphur in Indonesia, la variante Giapponese, il kirin, e l'al-mi'radj, unicorno islamico simile a un coniglio giallo con un corno nero.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:51
simbolo di purezza
Un po’ come il rinoceronte lanoso, giunto in Europa dall’Asia nel Pleistocene, in tempi più recenti anche il mito dell’unicorno è approdato nel Vecchio Mondo.
Più o meno tutto comincia con Ctesia, sapiente nativo di Cnido, città della Caria, in Asia Minore.
Ctesia fu consigliere e medico personale di Artaserse II, re di Persia intorno al V secolo a.C. Scrisse l’Indikà, sull’India, giunta a noi solo in frammenti; qui ci racconta di asini dal manto bianco, occhi rossi e testa color porpora, con un lungo corno in mezzo alla fronte. Usato come coppa, il corno previene le malattie nervose; ridotto in polvere è un antidoto contro i veleni.Il corno ha tre diverse colorazioni: bianco alla base, nero in mezzo e rosso in punta. Più tardi, i fantasiosi alchimisti medievali ci andranno a nozze nel paragone con le tre fasi della trasmutazione alchemica: albedo, nigredo e rubedo, associate proprio ai tre colori descritti da Ctesia.

E così il nostro equino amico comincia una fortunata carriera in occidente, dove avrà sempre caratteristiche positive, e riuscirà a convincere della propria esistenza parecchie generazioni di eruditi, almeno fino al XVII secolo.

Ne parlano Aristotele (384-322 a.C.), Eliano (170-235 d.C.) e Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nel Naturalis Historia. Quest’ultimo distingue il rhinoceros, che pare proprio essere il nostro rinoceronte, unicornis simile a un bue con un corno in fronte, e il terribile monoceros, un cavallo enorme con la testa da cervo, zampe da elefante e un lungo corno nero. Un po’ di confusione con qualche animale esotico tipo l’antilope tibetana o l’orice africana ci deve essere stata.

L’unicornis sarà quello più ripreso dagli autori medievali, talvolta col nome di liocorno o urocorno.
Inoltre, il nostro trottante amico viene menzionato più volte nella Bibbia, anche se in realtà si tratta solo di traduzioni improprie venute fuori nel corso dei secoli, dove l’animale fantastico re'em, una specie di bufalo, è stato sostituito dal monoceros pliniano. Se poi si aggiunge che viene nominato anche negli scritti di qualche padre della Chiesa, come Tertulliano di Cartagine ( 155-220 d.C.), il gioco è fatto: l’unicorno diventa uno degli animali più amati della Cristianità.

E così viene visto come simbolo di immortalità, di purezza, di amore e talvolta dello stesso Cristo. I rimandi alla simbologia fallica, naturalmente, non vengono mai percepiti almeno a livello conscio, nonostante il continuo accostamento della leggenda alle vergini.

Nei bestiari, tipo il Phisiologus del II secolo, è per lo più descritto come un animale grande come un capretto, ferocissimo e dotato di forza incredibile, con un unico corno in mezzo alla fronte. Ha gli zoccoli bifidi come i cervidi e un po’ di barbetta. Il corno è di solito a spirale e chiamato alicorno, nome con cui a volte viene identificato l’animale stesso. Per catturare la pepata bestiola è necessaria una vergine, che riesce ad ammansirlo e lo allatta per condurlo nel palazzo di un re. Se il dolce piccolino si accorge di essere stato fregato dalla signorina perché sua bella amica tanto illibata non è, sventra senza pensarci due volte la poveretta.

A parte il finale, che appartiene alle versioni più folkloristiche, la leggenda è stata vista come un’allegoria dell’Immacolata Concezione, dove la vergine è naturalmente Maria, il cacciatore lo Spirito Santo, e l’unicorno la rappresentazione della Potenza Divina o del Cristo stesso. E nel medioevo, almeno nei primi secoli, un bestiario era tanto più credibile quanto più i suoi animali erano in qualche modo rappresentazione della perfezione di Dio.

L’unicorno ha avuto anche una certa fortuna nei testi della poesia cortese in Francia e in Italia, intorno al tredicesimo secolo, quando diventa simbolo dell’amore del cavaliere attratto dalla sua dama come l’unicorno lo è dalla vergine. Inutile dire che questa versione, nel marasma dei cambiamenti socio-politici rinascimentali, fu bollata come eretica.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:52
prove certe
Fatto sta che in Europa non c’era nobile che non possedesse il suo bel corno d’unicorno, dai poteri taumaturgici, di lunga vita e all’occasione utile per le diavolerie dell’alchimista di corte, giusto ci fosse bisogno di qualche filtro d’amore o antidoto per un sospetto avvelenamento.
La Scozia ha finito per assumerlo come uno dei suoi emblemi, così come appare negli stemmi del Regno Unito e di un’infinita serie di casate nobiliari di tutta Europa.

Lo stesso Shakespeare (1564-1616) lo menziona nella Tempesta e lo descrive come un animale fantastico. Che il celebra autore inglese fosse un geniaccio lo sappiamo tutti, ma a quanto pare era anche un po’ più moderno dei suoi contemporanei, che invece all’unicorno ci credevano quasi tutti, eruditi compresi.
D’altronde, anche con la nascita della zoologia scientifica, intorno al quattordicesimo secolo, l'unicorno era stato classificato come un animale reale originario dell’Asia.

Sì, perché fra le testimonianze dei viaggiatori che vedevano antilopi e cervidi in giro per il mondo di aggiungevano i famosi denti di narvalo.
Il narvalo, il cui nome scientifico è monodon monocerus (vi ricorda qualcosa?) è un cetaceo della famiglia dei monodontidi che vive nel Mar Glaciale Artico.
Negli anni è stato cacciato, specie dagli Inuit, per il grasso, la pelle e soprattutto il lungo dente sporgente lungo fino a tre metri, dalla tipica forma a spirale, che i maschi della specie usano nella lotta per la conquista delle femmine. Il corno dell’unicorno, appunto.

Insomma, gran parte della fortuna dell’unicorno è dovuta alla sua somiglianza con animali reali, cosa che non ha mancato di produrre nei secoli numerose prove dell’esistenza del nostro fantastico animaletto.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:55
amati dagli artisti
Le rappresentazioni dell'unicorno nelle chiese e nei quadri sono numerosissime nella storia dell’arte, dalla scultura romanica e gotica fino alla pittura rinascimentale e neoclassica. Fra tutte citiamo il famoso arazzo della Dame à Liocorne, del XVI secolo, conservato all’Hôtel de Cluny a Parigi. Ispirandosi alla storia dell’arazzo, Tracy Chevalier (La ragazza con l’orecchino di perla), ha scritto il romanzo La Dama e l’Unicorno, edito da Neri Pozza.

È poi impossibile non citare la famosissima Dama con liocorno di Raffaello, eseguito dall’artista nel periodo fiorentino (1504-1508). Non ci sono dati certi per identificare la dama, ma radiografie hanno rivelato che in origine, al posto dell’animaletto c’era un cagnolino. E le curiosità sul dipinto non sono finite, perché una ridipintura che copriva il liocorno ha fatto credere per secoli che la figura rappresentata fosse santa Caterina d’Alessandria e l’autore il Perugino. Solo un restauro eseguito fra il 1934 e il 1936 ha rivelato la verità e l’inconfondibile mano di Raffaello.

In letteratura l'unicorno è fra le tante creature che compaiono nei romanzi fantasy. C’è nelle Cronache di Narnia di C. S. Lewis e nella opere di J. K. Rowling è annoverato fra le creature fantastiche; in Harry Potter e la Pietra Filosofale Lord Voldemort beve il sangue di un esemplare nel tentativo di resuscitare. Inutile dire che la scena si è ripetuta nella versione cinematografica del romanzo. Terry Brooks, per il suo ciclo di Landover ha scritto L’Unicorno Nero.

Nel cinema, forse a causa delle sue caratteristiche non proprio accattivanti, almeno dal punto di vista del cinema moderno a effetti speciali, l’unicorno non ha avuto particolare fortuna. Citiamo la sua presenza nel cult movie fantasy Legend, diretto da Ridley Scott (Blade Runner) nell’89, con un giovanissimo Tom Cruise (Mission: Impossible III).
Per simpatia facciamo menzione del film per ragazzi Nico, l’unicorno, diretto dal regista televisivo Graeme Campbell (Mutant X) nel 1999. Niente di strano se non l’avete mai sentito, non si può proprio dire abbia sbancato il box office.
zara90
00martedì 11 settembre 2007 19:56
uccisi per un corno
In fondo, viene da pensare che l’unicorno medievale, dotato di poteri magici e attirato dalle vergini, sia ormai una figura piuttosto lontana dalla nostra cultura, simbolismi religiosi a parte. Chi ci crede più a cose del genere, giusto?

Eppure in molte parti del mondo ancora si crede che i corni di un animale che di certo ha ispirato il mito dell’unicorno, il rinoceronte, possano avere virtù terapeutiche o afrodisiache. E così, le cinque specie di rinoceronti rimaste al mondo sono tutte a rischio di estinzione.
In Africa il rinoceronte bianco vive protetto nelle riserve naturali e gli esemplari sono circa 11000, mentre il rinoceronte nero é ridotto a una popolazione di circa 3500 individui.
In Asia, il rinoceronte indiano è quello che se la passa meglio, mentre il bracconaggio ha ridotto il rinoceronte di Sumatra a circa trecento esemplari e il rinoceronte di Giava a poche decine.
williams74-93
00mercoledì 12 settembre 2007 13:58
k belli gli unicorni...peccato poveri animali..
Kylia92
00mercoledì 17 ottobre 2007 18:56
Gli unicorni sono carinissssssssiiiiiiiimmmmmmmmmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii [SM=g10218]
ma... poveretti... [SM=g1396966]
Stefyx93
00mercoledì 17 ottobre 2007 19:57
belli gli unicorni!! [SM=x1349883]
Kylia92
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:00
Nessuno ha immagini da postare? [SM=g10303] Mi piacerebbe vederle! [SM=g1388403] SOno proprio belli!!!!!!!!!!!!! [SM=x1349883]
Stefyx93
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:20
ora provo a cercarle [SM=g1343679]
Stefyx93
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:26

fansdiLicia
00mercoledì 17 ottobre 2007 21:34
mooooooooooooooooooooolto belli [SM=g10322]
Kylia92
00giovedì 18 ottobre 2007 16:31
[SM=g1343694] Ma che belle immaginette! [SM=g1390753] Brava brava per averle trovate!!!!!
Stefyx93
00giovedì 18 ottobre 2007 16:35
grazie grazie [SM=g1390753]
fansdiLicia
00giovedì 18 ottobre 2007 18:53
grazie a te [SM=g1393381]
Kylia92
00sabato 20 ottobre 2007 12:36
Già già-_- se non ci pensava lei... [SM=g1396966]
Stefyx93
00mercoledì 24 ottobre 2007 20:46
[SM=g1390753]
fansdiLicia
00mercoledì 24 ottobre 2007 20:55
Re:
Kylia92, 20/10/2007 12.36:

Già già-_- se non ci pensava lei... [SM=g1396966]




cosa vorresti dire????
io posto sempre le immagini [SM=g1399267]
Kylia92
00giovedì 25 ottobre 2007 16:18
[SM=g1343694] dicevo per dire... cmq dell'unicorno non ne avevi posate [SM=g1343691]
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