I Bestiari nella cultura inglese

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zara90
00domenica 23 settembre 2007 10:15
I Bestiari, elemento eterno ed internazionale

Il tema delle forme abnormi, bizzarre, fantastiche e mostruose è sempre stato caro al mondo dell’arte, sin dall’antichità più remota infatti l’uomo ha voluto caricare tali raffigurazioni di significati simbolici. Possiamo definire mostruosa una raffigurazione quando suscita in chi la osserva orrore o meraviglia, e le due cose spesso non si escludono. Le raffigurazioni mostruose si oppongono alla realtà naturale, combinano e fanno convivere diversi elementi in modo innaturale, associano elementi naturali a elementi fantastici.

La presenza del mostruoso nelle diverse epoche dipende dalla funzione che l’opera d’arte assume nel suo contesto. Nel campo della raffigurazione artistica, perciò, come nella letteratura o nel cinema, queste raffigurazioni, sotto forma di dipinti, di statue non mancano. Spesso sono protagoniste, altre volte si celano negli sfondi, nelle cornici, fanno capolino dai particolari di soggetti religiosi, epici, storici.I bestiari nella tradizione inglese

Tra i generi più prolifici in fatto di mostri si possono annoverare i monumenti funebri, che raffigurano spesso demoni e mostri ibridi che frequentano i regni dell’oltretomba; particolarmente importante è ciò che concerne l’araldica, la disciplina che studia gli stemmi e gli scudi, dove è tutto un proliferare di queste figure: tra le più diffuse si possono ricordare per esempio il leone alato (simbolo di Venezia), il drago, il grifone… Lo stesso si può dire per le monete di ogni epoca.

Nella glittica, l’arte di incisione su pietre dure o preziose, i mostri assumono tutte le forme e le varianti possibili, soprattutto i mostri composti, gli incroci di animali e le differenti combinazioni di teste, zampe, ali. Tra queste incisioni vale la pena di citare i grilli, volti umani incrociati con motivi animali, diffusi nel medioevo, chiamati così sulla base di un testo di Plinio il vecchio che parlava di una caricatura di un certo Gryllos (porcellino) da parte di Antiphis l’Egiziano. Queste caricature bizzarre furono poi riprese anche nella pittura, per esempio da Bosch.

Un altro habitat ideale per ogni sorta di strana e mostruosa creatura è quello della decorazione. Nell’architettura gotica, per esempio, possiamo ricordare la gargouille (o garguglia), il doccione di gronda che sporge dai muri e che termina con una figura di animale fantastico o mostruoso che serve a riversare a terra l’acqua piovana, il più delle volte dalle fauci o dalle narici. Tra i temi più ricorrenti ci sono i draghi e i serpenti. Queste decorazioni in Italia sono presenti solo nel duomo di Milano, ma sono molto diffuse nelle cattedrali gotiche della Germania e della Francia. E, sempre a proposito di motivi gotici, si possono ricordare anche le drolerie, letteralmente buffonate. Con questo termine si indicano sia le scenette satiriche animate da figurine grottesche con cui i miniatori decoravano i margini dei manoscritti gotici sia le piccole sculture di mostri ibridi e animali bizzarri con cui venivano decorati doccioni, cornici dei portali, riquadri delle finestre

Analoghe decorazioni mostruose si trovano in molte architetture orientali, tra queste vale la pena di ricordare le statue mostruose poste a guardia di templi e delle abitazioni, solitamente figure imponenti e possenti connesse all’idea del drago che custodisce il tesoro.

Entriamo ora nell’ambito culturale inglese, nel quale sono ritrovabili molti degli elementi tipici di questo argomento; importante è ricordare però l’importanza delle influenze esterne che evidenziano come i simboli di seguito esposti siano i prodotti di un lungo processo culturale, che ha trovato nel Medioevo, epoca di massimo splendore per elementi come il simbolo e l’allegoria, l’ambiente favorevole per una massiccia proliferazione. Particolare è il caso del mostro di Loch Ness, la cui leggenda è sopravvissuta fino ai giorni nostri; questa creatura è inoltre un esempio del mescolamento avvenuto, in epoca medievale, tra processi culturali, tradizioni e superstizioni popolari.

I bestiari nel periodo anglosassone

Contesto culturale

Il cosiddetto periodo anglosassone copre un lungo arco di tempo che va dal 405 al 1066, l'anno della battaglia di Hastings e della conquista normanna dell'Inghilterra. Le tribù che subentrarono ai romani nei territori della Britannia importarono, attraverso l'Old English, anche una specifica tradizione poetica, le cui caratteristiche formali rimasero sorprendentemente costanti fino al termine del dominio anglosassone, che coincise con la conquista normanna e l'insediamento di un'aristocrazia francofona.

Gran parte della produzione poetica di questo periodo veniva cantata, con accompagnamento dell'arpa, dai bardi anglosassoni. Le atmosfere e i temi delle composizioni erano legati ai grandi miti e agli eroi dell'epica germanica; i versi presentavano caratteri metrici del tutto particolari, quali l'assenza di rima e il frequente uso di allitterazioni; ogni verso, inoltre, variabile nel numero delle sillabe, aveva quattro accenti.

Il mito di Beowulf

Tali elementi si ritrovano nel Beowulf, poema epico scritto da un autore ignoto agli inizi dell'VIII secolo. Il poema assume grande importanza a livello letterario poiché è il più antico poema epico della letteratura europea in volgare.

Nell'opera vengono narrate le gesta di un eroe della cultura scandinava che cerca di annientare il mostro Grendel e un terribile drago; il linguaggio è preciso e pittoresco, ricco di metafore. La trama fonde leggende scandinave, mitologia pagana ed elementi cristiani. Il principe scandinavo Beowulf va in aiuto dei danesi uccidendo il mostro Grendel; divenuto re, cinquant'anni dopo combatte con il drago che terrorizzava il suo popolo, ma rimane mortalmente ferito. Il poema termina con l'epitaffio di Beowulf.

Fra i suoi motivi prevalenti, accanto a mostri, tesori, duelli, compaiono il tema dell'onore e lo stesso senso di ineluttabilità che caratterizza il successivo poema dei Nibelunghi. L'estremo sacrificio di Beowulf celebra la generosità e la lealtà del sovrano nei confronti dei suoi sudditi, e gli ideali di fedeltà, coraggio e abnegazione dei grandi guerrieri anglosassoni. Più di altri poemi del periodo, come La battaglia di Brunanburh e La battaglia di Maldon, l'epica di Beowulf riesce a esprimere l'essenza culturale del tardo paganesimo, già permeata dall'influsso del pensiero cristiano. Lo si nota soprattutto nella concezione del destino umano, che sembra dipendere sempre meno da un fato arbitrario e sempre più, invece, dalla giustizia divina. L'evangelizzazione delle tribù pagane, infatti, era cominciata già dal VI secolo e venne celebrata da numerosi componimenti di argomento religioso che, conservati nei monasteri, costituiscono la maggior parte della letteratura anglosassone giunta fino a noi.

Il più antico frammento poetico fino a oggi conservato consiste di nove versi sulla Creazione, composti nel VII secolo da Caedmon, un povero mandriano al servizio dell'abbazia di Whitby. Secondo Beda il Venerabile, grande storico e teologo che parafrasò l'Inno in latino, l'illetterato Caedmon cominciò a scrivere versi miracolosamente, in seguito a una visione; questo prodigioso evento lo indusse a farsi monaco e a dedicarsi alla composizione di opere ispirate ai primi libri della Bibbia.San Giorgio nella tradizione inglese

Posteriore è l'opera di un altro poeta anglosassone d'ispirazione cristiana, Cynewulf, che rivela una maggiore capacità tecnico-formale e una più approfondita conoscenza dei testi latini. Alla sua scuola è attribuito Il sogno della croce, poema devozionale che rappresenta il vertice della poesia religiosa. A questa produzione vanno aggiunte composizioni più brevi come The Wanderer (L'errante) e The Seafarer (Il navigatore) che, per la bellezza del linguaggio e dello stile, sono considerati capolavori dell'antica lirica inglese. Meno evidenti sono qui i riferimenti alla dottrina cristiana, sostituiti da una riflessione elegiaca sul mistero e la violenza della natura, sulla crudeltà e il fascino del mare, sui temi dell'esilio e della solitudine.

La leggenda di San Giorgio e il drago

Questa celeberrima leggenda, che si presenta in due diverse versioni, si collega alla cultura inglese per la figura di San Giorgio, protettore dell’Inghilterra (voluto da Edoardo III nel 1348).

La leggenda dei crociati

Giorgio nacque in Palestina e morì decapitato nel 287. La leggenda del drago fu tramandata molto più tardi, durante il XII secolo da parte dei crociati che tornavano dalla Terra Santa. Si narrava che il santo, che in seguito diventerà l’assassino dei draghi per antonomasia, in quell’occasione uccise un terribile drago che era in procinto di mangiare una giovane principessa.

La leggenda della Brianza

Nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii” si racconta che San Giorgio visse in Brianza. La gente della zona era solita offrire da mangiare al mostro i giovani dei villaggi, che venivano estratti a sorte. Tra le vittime designate c’era anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso, che fu legata ad una pianta di sambuco, pronta al sacrificio. San Giorgio riuscì ad ammansire la bestia dandogli da mangiare dei petali di fiori di sambuco. Il drago fu decapitato e la testa rotolò nel lago di Pusiano.

Il drago nella tradizione nordica

Draghi buoni o terrificanti compaiono nella tradizione popolare pagana dell'Europa settentrionale. Nel Nibelungenlied, Sigfrido uccide un drago e diventa invulnerabile cospargendosi il corpo col suo sangue. L'eroe anglosassone Beowulf viene ucciso nel combattimento contro un drago. Gli antichi norvegesi decoravano le prue dei loro vascelli con immagini di draghi scolpite nel legno. Fra i conquistatori celti della Britannia, il drago era un emblema araldico, simbolo della sovranità, e divenne insegna militare durante l'occupazione romana del I secolo a.C.

A conclusione di questo paragrafo è opportuno ricordare l’importanza del Ciclo Bretone, nel quale ritroviamo importanti simboli (ad esempio il santo Graal), però slegati dalla tematica dei bestiari. Sempre collegati a questo ciclo i "viaggi nelle isole", che comprendono il Viaggio di Bran (700 ca.) e la Navigazione di san Brandano (900-920 ca.), dove geografia e mitologia si confondono.

Il mostro di Loch Ness

Geografia

Lago di Loch Ness, lago della Scozia settentrionale, che costituisce una parte del canale di Caledonia. Situato nella regione di Highlands, si estende in direzione nord-est per circa 39 km, da Fort Augustus alla città di Inverness. Il Loch Ness, che ha una caratteristica forma stretta e allungata, ha una larghezza media di circa 2 km e una profondità massima di circa 230 m. È situato nella depressione nota come Glen More. Il suo emissario è il fiume Ness, che sfocia nel Moray Firth, una profonda insenatura affacciata sul Mare del Nord.

Cronologia del mito

Nessie (questo è il nome del celeberrimo animale) divenne popolare dopo l’avvistamento di spider, nel 1933, ma la leggenda del mostro risale a molti secoli fa. Già nel 565 d.C. l’irlandese San Colombano, visitando i villaggi costieri, assistette alle esequie di un uomo che durante una nuotata nel Loch era stato assalito da un mostro chiamato Nisaeg. Stando alle biografie del santo, la creatura si manifestò allo stesso Colombano, sotto forma di immenso anfibio. Le apparizioni si susseguirono fino ai nostri tempi. Attualmente la leggenda ha assunto caratteri diversi da quelli originari, trasformandosi in una spasmodica ricerca e in alcuni casi in una vera e propria caccia, come nel caso della taglia posta sulla bestia nel 1933 dallo zoo di New York, dal circo Bertram Mills e dalle distillerie Black & White che promisero migliaia di sterline a chi avesse catturato il mostro. Questa caccia ha visto un sensibile incremento d’interesse nello scorso secolo, con due sole interruzioni, sancite dalle due Guerre Mondiali.

Importanza nell’ambito della ricerca

Come si è potuto notare, Nessie non è stato finora analizzato per il proprio significato simbolico, la spiegazione di questo aspetto è la necessità di una breve premessa: l’essenza di questa leggenda è variata nel tempo, diventando un vero e proprio fenomeno mediatico nello scorso secolo, perdendo così il proprio significato originale; si devono quindi tralasciare gli aspetti moderni dell’argomento in questione. Il senso dello spazio dedicato a questo argomento nell’elaborato risiede nell’originale significato della figura del mostro: esso rappresenta perfettamente la profonda commistione tra la cultura medievale (con elementi religiosi cristiani) e le superstizioni popolari, derivanti dalle più svariate credenze locali. Questo aspetto diventa assai importante se si pensa che l’intera produzione, in termini di bestiari, è il risultato di tale tipo di fusione.
Kylia92
00lunedì 19 novembre 2007 19:08
mmm... ti dilunghi sempre tantissimo ne?
zara90
00lunedì 19 novembre 2007 19:10
è più forte di me... [SM=x1419715]

beh, se non vuoi leggerlo, puoi anche non farlo [SM=g1343685]
Kylia92
00lunedì 19 novembre 2007 19:15
faccio così.. vedo le cose che mi attirano di più e le leggo! :-) ma che tu scriva tanto è un bene! Mica un male!
zara90
00lunedì 19 novembre 2007 19:17
[SM=g1343685]
Kylia92
00lunedì 19 novembre 2007 19:21
sti inglesi ne hanno di tradizioni... [SM=g1393381] penso che.. qualcosa di vero ci deve pur essere!
zara90
00lunedì 19 novembre 2007 19:29
vero... pensa che probabilmente se le ricordano tutte!
Kylia92
00lunedì 19 novembre 2007 19:35
mamma mia e che memoria hanno!???!?!?!?!? Io fatico a ricordarmi i nomi delle poche persone che conosco!
fansdiLicia
00lunedì 19 novembre 2007 20:26
ora nn ho tempo
domani leggo ^^
Kylia92
00lunedì 19 novembre 2007 20:27
fai bene! Bisogna acculturarsi!
zara90
00martedì 20 novembre 2007 09:17
Re:
Kylia92, 19/11/2007 19.35:

mamma mia e che memoria hanno!???!?!?!?!? Io fatico a ricordarmi i nomi delle poche persone che conosco!




gli inglesi sono inglesi. [SM=g1343697]
Kylia92
00martedì 20 novembre 2007 14:53
eheh si forse si ...
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