fuoco e fiamme sul grande schermo

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zara90
00domenica 9 settembre 2007 10:53
Una cosa che si usa fare speso al cinema è dare allo spettatore una divisione netta fra buoni e cattivi, tracciare u confine sicuro fra Bene e Male. Lungi da essere solo una semplificazione per bambini o spettatori poco vogliosi di fare una cosa come usare il cervello davanti al grande schermo, la lotta fra Luce e Oscurità ben si adatta al genere epico-fantastico che sta portando milioni di fan nelle sale in questi ultimi anni. La trilogia del Signore degli Anelli cinematografico non è che un esempio lampante.
Nel voler fare una piccola carrellata verso i draghi che più abbiamo amato al cinema, vi presentiamo i buoni e i cattivi, i draghi votati alla distruzione e quelli destinati a fare da inevitabile spalla agli eroi. Non senza essere capaci di rubare la scena in più di un’occasione.
Parlando di cinema è inevitabile che si faccia riferimento anche alla letteratura, dove il drago la fa da padrone fin dagli albori della storia dell’umanità, dai miti Sumeri passando per i Greci e la mitologia norreana, col possente drago-uomo Fafnir nel Ciclo dei Nibelunghi. Ma di tutto questo abbiamo già parlato ampiamente. Ora vediamo come se cavano i nostri bestioni su un supporto di celluloide.
zara90
00domenica 9 settembre 2007 10:55
il Male ha le scaglie e sputa fuoco (purtroppo)
Ai giorni nostri, il drago ha trovato un posto di rilievo nella fantasy moderna. È d’obbligo partire dal drago Smaug, un terribile bestione responsabile della distruzione del Regno sotto la Montagna dei nani. Smaug rimane a guardia del favoloso tesoro dei nani per più di duecento anni, finché, infuriato, non si vede costretto a uscire per rimediare a un furto operato dall’Hobbit Bilbo Baggins. Durante un attacco a Pontelagolungo, il drago verrà ucciso dala mitica Freccia Nera freccia di Bard, detto “L’Arciere”, che riesce a trovare un varco fra le scaglie indistruttibili della bestia e i gioielli che vi erano rimasti incastrati.
Tutto questo viene narrato nello Hobbit, romanzo pubblicato nel 1937 da J.R.R. Tolkien; prima della trilogia del Signore degli Anelli, capolavoro letterario poi portato sugli schermi con altrettanto successo dal regista neozelandese Peter Jackson.

Da Tolkien in poi, tutta la letteratura fantasy è correlata di draghi, spesso malvagi, qualche volta anche benevoli.
I cicli di romanzi fantasy più famosi includono o sono incentrati su storie di draghi. È il caso del celebre ciclo di Dragonlance nato dalla fantasia di Margaret Weis e Tracy Hickman, dove i draghi malvagi sono agli ordini della Regina delle Tenebre Takhisis, anche lei un drago a cinque teste. La Regina delle Tenebre controlla tutti i draghi malvagi, rossi, blu, verdi, neri e bianchi. Il suo scopo è quello di portare totale distruzione e far piombare il mondo nel caos.

Lo stesso discorso vale per i giochi di ruolo col marchio Dungeons & Dragons, i giochi di carte collezionabili a tema fantasy, i giochi strategici da tavolo o i videogiochi, come il celebre franchise di Warcraft, il gioco di strategia Warhammer: Mark of Chaos e la serie di Neverwinter Nights, tanto per citare i più recenti. Tutti includono draghi, pronti a sfoggiare zanne e alito assassino contro gli eroi di turno. Da ricordare il gioco da bar dal sapore di cartone animato Dragon’s Lair, dove il cavaliere tontolone Dick doveva liberare la sua bella da un malvagio drago viola. Realizzato da Don Bluth (Anastasia al cinema).

Naturalmente c’è anche la saga letterario-cinematografica del maghetto occhialuto più famoso al mondo: Harry Potter. L’autrice dei romanzi originali, J.K. Rowling, ha inserito nel suo magico universo i draghi come creature magiche, dotandoli di poca intelligenza, molta forza e grande resistenza alla magia. Il sangue di drago ha virtù magiche fuori dal comune, come scopriamo in Harry Potter e la Pietra Filosofale.
La Rowling ci ha presentato diverse specie di drago. Il Verde Gallese Comune è molto mite, non attacca gli umani e si confonde con l’erba delle montagne dove vive. Il Dorsorugoso Norvegese, nero, ha delle placche sulla schiena e sputa fuoco. Il Grugnocorto Svedese è blu argentato, molto solitario, e sputa dalle narici una fiamma caldissima. L’Ironbelly Ucraino è color metallo, e con le sue sei tonnellate è il più pesante di tutti. Il Longhorn Romeno è verde scuro, e ha lunghe corna dalle proprietà magiche per le quali è oggetto dei cacciatori di frodo. L’ Opaleye degli Antipodi è il più bello con le sue scaglie perlacee e gli occhi scintillanti. Il Petardo Cinese, color rosso, ha il muso rincagnato e emette dalle narici uno sbuffo a forma di fungo. Il Nero delle Ebridi, nativo della Gran Bretagna, è aggressivo e ha una fila di creste affilate lungo la schiena. Anche con l’Ungaro Spinato non c’è da scherzare: le spine che gli ricoprono tutto il corpo fanno di lui un nemico mortale. Oltre alle incursioni al cinema dei draghi potteriani, vediamo un cucciolo di Dorsorugoso nel primo film e un Ungaro Spinato nel quarto, non sono mancati altri draghi malvagi sul grande schermo. Una curiosità: il nome del serpente che esegue gli ordini del cattivissimo Voldemort è Nagini, che è il femminile di Naga, la stirpe di uomini serpente della mitologia Indù di cui abbiamo ampiamente parlato.
zara90
00domenica 9 settembre 2007 10:56
Ci sono draghi malvagi anche nei romanzi della Trilogia dell’Eredità di Christpher Paolini, di cui il primo volume, Eragon, è diventato un film diretto da Stefen Fangmeier. Qui Cavalieri dei Draghi hanno un rapporto telepatico coi loro bestioni, che sono intelligenti, formidabili in battaglia e capaci nella magia. Il malvagio re Galbatorix, quando era ancora Cavaliere, quasi impazzì per la morte del suo primo drago e rubò un secondo cucciolo, il drago nero Shruikan. Quando il drago crebbe fino alla maturità, Galbatorix e i suoi Tredici Rinnegati sterminarono tutti i Cavalieri buoni.

E a proposito di cinema, in Dungeons & Dragons, diretto da Courtney Solomon nel 2000, i draghi sono agli ordini del malvagio mago Profion, interpretato da Jeremy Irons. Un film pieno di cavalieri vestiti da lottatori di Wrestling e effetti speciali piuttosto imbarazzanti, che viene spesso evitato come la peste dai fan, ma che non manca del suo zoccolo duro di appassionati, che ne apprezzano l’involontario umorismo.

Il drago del lago di fuoco di Matthew Robbins, uscito nel 1982 e quindi privo di effetti speciali digitali, riuscì invece a racimolare due Oscar, per trucco e musiche, e ancora oggi viene apprezzato dagli appassionati. La storia è quella di un giovane apprendista mago (Peter MacNicol), destinato a liberare la sua bella (Caitlin Clarke), prigioniera appunto del drago malvagio.

Fra le pellicole più recenti non può mancare il cult movie Il regno del fuoco, uscito nel 2002 per la regia di Rob Bowman. Il film è ambientato in un futuro molto prossimo, dove una piccola comunità in una Londra ormai in rovina, cerca di sopravvivere al regno di terrore di un mostruoso drago sputafuoco e della sua progenie. Capo dei vigili del fuoco è Quinn, un barbuto Christian Bale.
zara90
00domenica 9 settembre 2007 11:00
grandi, potenti e saggi
Al cinema e in letteratura i draghi hanno spesso finito per seguire la loro vocazione al male. Perfino col Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien e l’avvento della fantasy moderna, il drago non ha avuto all’inizio molti fan dalla sua parte. Basti pensare proprio al terribile Smaug, classico mostro medievale a guardia del tesoro. Nella stessa saga di Harry Potter, l’autrice J.K. Rowling si diverte a inventare varie specie di drago per l’universo magico del suo occhialuto eroe, ma declassa i nostri bestioni a poco più che grossi animali selvatici, senza attribuirgli particolare intelligenza né bontà.

Non mancano, per fortuna, gli esempi letterari di draghi buoni. Impossibile non citare di nuovo il lavoro della strafamosa coppia di autori Margaret Weis e Tracy Hickman, che coi cicli di Dragonlance (un franchise che conta decine di libri scritti da autori diversi), il Ciclo di Death Gate e il Ciclo della Pietra Sovrana fanno ampio uso di draghi saggi e forti nelle loro storie.
Citiamo la prima serie di romanzi, Le Cronache di Dragonlance, dove compaiono draghi buoni e cattivi, distinti a seconda dei colori. Qui il drago è una sorta di essere appena al di sotto degli dèi, dotato di vita più lunga di qualsiasi altra creatura, di magia e d’intelletto superiori. Le stesse divinità annoverano tra le loro molteplici forme quelle di un drago: la malvagia Takhisis ha cinque teste una per ogni colore dei draghi malvagi, mente il buon Paladine ha la forma del Drago di Platino, lassù nel firmamento dove ha il suo posto. Starà agli Eroi della Lance guidati dal barbuto Tanis Mezzelfo il compito di svegliar ei draghi buoni. Paramount produrrà un film d’animazione per adulti in computer grafica basato proprio sul primo libro di tutta la serie: I draghi del Crepuscolo d’Autunno.

In termini un tantino più fantascientifici anche la scrittrice Anne McCffrey ha dedicato un intero ciclo di romanzi ai draghi. stiamo parlando dei Dragonieri di Pern, cavalieri del pianeta Pern che montano draghi frutto dell’ingegneria genetica, capaci di spostarsi nello spaziotempo.

Mitico il fortunadrago Falkor, una specie di drago cinese con il muso da cane, nella Storia Infinita di Michael Ende. Questo capolavoro della letteratura di tutti i tempi è diventato anch’esso un film nel 1984, per la regia Wolfgang Petersen; criticato da molti appassionati del libro, ma amato da milioni di fan.

Approdando al cinema incontriamo il pacioccone Elliott, il drago invisibile, portato sugli schermi dalla Disney nel 1977, per la regia di Don Chaffey. Elliott era un cartone animato, montato in post produzione accanto a attori e scenari reali.

Qualcuno ricorderà anche Grisù, simpatico draghetto televisivo, indegno figlio del distruttivo papà: il piccolo vuole fare il pompiere.
zara90
00domenica 9 settembre 2007 11:01
Indimenticabile lo splendido Draco del film Dragonheart — Cuore di Drago, del 1996. Bowen (Dennis Quaid), disilluso dal tradimento del suo discepolo Einon (David Thewlis), divenuto un re meschino e spietato, campa facendo il cacciatore di draghi. Troverà sulla sua strada Draco, ultimo della specie, ancora legato all’antico popolo dei Celti, da cui la madre di Einon discende. Draco, realizzato in computer grafica, nella versione inglese aveva la voce di Sean Connery e il viso in parte modellato in base ai tratti dell’attore. L’interpretazione del mostro è quella classica dei Celti: buono, depositario di saggezza, in qualche modo legato alla terra e al firmamento, antico protettore del genere umano. Il film ha avuto anche un seguito, ma quando se ne parla di solito i fan girano la testa dall’altra parte, fischiettano o cambiano discorso.

Ultimo ma non ultimo, arriva il drago femmina Saphira, coprotagonista di fil e libro di Eragon. Qui la nostra dragonessa si avvicina molto all’interpretazione celtica del mostro, ovvero è un esempio di saggezza e forza, in qualche modo geneticamente depositaria di conoscenze che possono aiutare l’uomo (ovvero il suo cavaliere Eragon) a migliorare sé stesso e il mondo che lo circonda. D’altronde nella scelta dei nomi dei suoi protagonisti (Galbatorix, Alagaesia) Paolini dimostra di essersi ispirato ai miti gallo-celtici.
Nella realizzazione grafica al cinema, la buona, saggia e un po’ suscettibile Saphira ha strana particolarità: invece di avere le ali da pipistrello che vengono attribuite nell’iconografia classica ai draghi, con la membrana sottesa le dita prolungate a dismisura, o come quella dei rettili volanti mesozoici, gli pterosauri, con la membrana sottesa fra un unico lunghissimo dito e il fianco, l’interpretazione scientifica più corretta per un animale di tali dimensioni, ha le ali pennute.
La nostra dragonessa ha in inglese la voce di Rachel Weisz, mentre in italiano ha parlato coi toni della giornalista televisiva Ilaria D’Amico, non senza un bel po’ di polemiche da parte dei fan.

Una citazione la meritano anche i draghi del franchise fantasy-videoludico di Warcraft, ormai diventato un vero fenomeno di costume con l’ultimo videogioco, World of Warcraft, un MMORPG (massive multiplayer online role playning game), il gioco di ruolo di massa online più venduto al mondo, con più di sette milioni di giocatori paganti. Ma i draghi comparivano già nei capitoli precedenti nella saga, specie in quel Warcraft III: Reign of the Chaos, uno degli strategici in tempo reale più amati di tutti i tempi, che ha portato al successo mondiale la serie. E infatti il franchise di Warcraft finirà per approdare al cinema, da Legendary Pictures (Superman Returns). L’annuncio è stato dato da tempo dallo sviluppatore dei giochi, Blizzard Entertainment.
In Warcraft ci sono molti draghi, buoni e cattivi, ma gli Antichi Draghi hanno un parte molto importante nella mitologia del mondo di Azeroth, dove si svolgono le vicende di Warcraft, e sono in genere buoni. Questo perché aiutarono il semidio Cenarius e gli Elfi della Notte a chiudere il primo, potente Pozzo dell’Eternità, per non permettere ai terribili demoni della Legione Infuocata di distruggere il pianeta.
I più famosi sono tre: Alexstrasza la Generatrice, la rossa, per lungo tempo prigioniera del malvagio roco Nejros. Ha depositato la ghianda da cui è cresciuto l’Albero del Mondo, Nordrassil; Nozdormu il Senza Tempo, drago bronzeo capace di donare l’immortalità; Ysera la Sognatrice, la verde, signora della dimensione eterea conosciuta come il Sogno di Smeraldo. Qualcosa di tutto questo dovremmo vederlo al cinema.

E allora lasciamoci trasportare dal fuoco della fantasia, fomentato dalle moderne tecnologie che riescono a dare magnifiche rappresentazioni dei sogni di tanti lettori e appassionati di fantasy.
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