IL DRAGO IMPERIALE TRADIZIONALE
Risultato di trasformazioni continue, il drago imperiale tradizionale, detto long, è veramente spaventoso. Si presenta come una sorta di grosso sauro dalla testa cornuta provvista di quattro lunghi baffi, dal corpo agile, squamoso e munito di quattro zampe armate ciascuna di cinque artigli possenti. Si diceva un tempo per esaltare il sovrano: "il drago plana nel cielo del mezzogiorno", poiché dopo il II sec. a.C., esso è l’emblema e l’incarnazione della sovranità e della protezione imperiale, la sua fonte di energia è così potente che domina gli elementi ostili allo sviluppo della vita animale e vegetale. Un drago era scolpito sugli antichi lingotti d’argento utilizzati come moneta e il trono del "Figlio del Cielo" si chiamava "trono dei draghi". Sotto le ultime due dinastie, i Ming e i Qing, il drago apparve sugli abiti degli imperatori. Notiamo che le zampe sono armate di cinque artigli, i principi del terzo e del quarto rango avevano come emblema lo stesso drago ma con quattro artigli. L’espressione "seme di drago" significa: principi di sangue o talento letterario.
SIMBOLOGIA E ICONOGRAFIA
Mentre da noi il drago, potenza malevola, è il simbolo delle tenebre, del male, della maledizione e l’incarnazione di Satana, in Estremo Oriente, è piuttosto quello della prosperità, del benessere ecc. e, secondo i Taoisti, del Tao.
Così, lo si vede sotto le forme le più diverse e nelle combinazioni le più inaspettate, come motivo di ricamo, di scultura, nella decorazione di pezzi in ceramica, in lacca, in cloisonné ecc. Sotto l’impero, esso figurava sulla bandiera nazionale vicino a un "sole" rosso su fondo giallo.
Sovente il drago tiene tra i suoi artigli — o gioca con — una palla o un disco impropriamente chiamato sole o perla meravigliosa. Quando questa figura tra due draghi, si dice popolarmente che se la disputano.
L’iconografia cinese riproduce a volte dei draghi in numero di nove. Si conosce nel parco del Lago del Nord, a Beijing estendersi tra le costruzioni armoniose di quella che fu la Città Proibita, un muro-schermo lungo e meraviglioso in ceramica policroma chiamato jiu long bi, "Schermo dei nove draghi". Da un capo all’altro su un fondo azzurro, nove draghi si contorcono a gara al di sopra delle nuvole ondeggianti. Appaiono così naturali che sembrano pronti a lanciarsi per proteggere l’imperatore da tutti gli spiriti nefasti che potrebbero popolare i luoghi.
Poiché, secondo la credenza popolare, le principali specie di draghi sono nove, questo schermo protettore simboleggia tutti i draghi esistenti. È dunque nove volte di buon augurio.
Non bisogna confondere il drago long con il drago tan, altro animale fantastico munito di una piccola coda e di due corna. Il carattere che le designa è lo stesso della parola avarizia che d’altronde egli personifica.
Un simbolismo supplementare riveste il drago quando forma una coppia con un uccello mitico che la terminologia occidentale identifica con il nome di fenice. Si vedono degli esempi su delle medaglie talismatiche, degli specchi, degli oggetti in porcellana, ecc. È una illustrazione del detto popolare: "Drago che si eleva e fenice che plana" che identifica un letterato di grande sapere. Questa coppia fantastica suggerisce anche la prosperità così che l’espressione "splendore di drago e bellezza di fenice" a proposito di un uomo degno delle più alte dignità.
Un giovane uomo che cavalca un drago e una ragazza una fenice evocano la leggenda secondo la quale l’unione di questi due esseri sarà perfetta.